Cardinale Betori: "Governo tecnico non è un supplente. La politica è in affanno ma non in ferie"

“In un mondo in cui c’è molto affanno, fa piacere interloquire con giovani così interessati e curiosi come quelli che ho incontrato a Eunomia Master: sono una bella scoperta”. Così il Cardinale Giuseppe Betori commenta la sua partecipazione al corso di alta formazione
politico istituzionale, che si è aperto oggi a Villa Morghen a Settignano.
Quella del Cardinale è stata la prima lezione della VII edizione di Eunomia Master, dedicata al tema “Multiculturalismo e territori”. Accanto a lui in aula, a coordinare il suo intervento, il professore di Diritto costituzionale all’università di Firenze e membro del Comitato scientifico di Eunomia Andrea Simoncini.
Tra i tanti temi affrontati dal Cardinale, anche l’attuale fase politica del Paese. “Sono in molti a pensare che stiamo vivendo una ‘pausa’ della politica. – afferma il Cardinale – Ma secondo me dobbiamo considerare che i tecnici chiamati a trovare soluzioni per uscire dalla crisi devono poi sottoporre le loro scelte al parere del Parlamento. Quindi non credo che l’esecutivo tecnico sia un ‘supplente’ della politica”. Secondo il Cardinale al momento il Paese assiste “a un modo diverso di esercitare la politica, a un modo che ci può sembrare strano, abituati come eravamo allo scontro ideologico e ora costretti a rinsaldare le fila per fronteggiare la situazione economica assai difficile. Ma non credo che i partiti siano in ferie. A loro si impongo anche oggi scelte molto costose. Il vero problema sarà la gestione e il passaggio ‘al dopo’ e riuscire a non avere le contrapposizioni di ieri”.
Ai giovani di Eunomia, il Cardinale ricorda le parole di Don Milani: “La politica è ‘sortirne  insieme’. Cercare insieme una soluzione ai problemi, in nome del bene comune. Nelle nuove  generazioni questo spirito non deve mancare”.
Il Cardinale si è soffermato sul concetto di multiculturalismo: “Per la Chiesa la verità si impone per la forza della verità stessa. Gli umani siano liberi da coercizioni. Il multiculturalismo? La Chiesa ha smesso di parlare di tolleranza, sono gli individualisti ora a farlo. La Chiesa riconosce la libertà a tutti di cercare la verità, attraverso il dialogo, mai con la violenza”.
Il Cardinale interviene anche sul tema della moschea a Firenze. “Sia la comunità musulmana a dirci come vuole esprimersi, in modo compatibile con il bene comune della città. Ci sono voluti 1200 anni per costruire una cattedrale degna di tale nome. Se la comunità musulmana è arrivata a Firenze 10 o 15 anni fa, mi sembra che questo lasso di tempo giustifichi da sé il fatto che ancora non ci sia una moschea degna di questo nome. Ci sono dei tempi con cui le comunità si radicano sul territorio, si affermano e si esprimono”.
Al termine della lezione, sollecitato dai giornalisti in merito a un articolo di oggi sull’Avvenire sul sistema bancario, il Cardinale commenta: “Il peso della crisi è un problema di tutti. Le banche non possono tirarsi indietro”.