Fabbrini: “Più Europa per uscire dalla crisi”

“Più Europa per uscire dalla crisi”. Lo afferma Sergio Fabbrini, direttore della School of Government “Guido Carli” di Roma, intervenendo alla lezione inaugurale di Eunomia Master 2013, il corso di alta formazione politica organizzato dall’associazione Eunomia, che si è aperto oggi a Villa Morghen a Settignano (Firenze).
Fabbrini è intervenuto alla lezione “Federalismo o sovranità nazionale” insieme a Biagio De Giovanni, professore emerito di Filosofia politica dell’Università di Napoli “L’Orientale”, e al presidente di Eunomia Enzo Cheli.
Al centro della discussione, il rapporto con l’Europa e la delicata fase politica del nostro Paese. “Spero che i cittadini – spiega Fabbrini – si rendano conto che l’Italia al di fuori dell’Europa non ha futuro e che il ritorno alla nostra moneta ci condannerebbe a una marginalità nel contesto internazionale”. Per questo il professore auspica che alle prossime elezioni politiche “prevalgano le forze che si riconoscono in un’ integrazione italiana sempre più accentuata all’interno dell’Europa, una classe politica responsabile che non faccia riferimento ai mal di pancia e agli umori dei cittadini, ma che riesca a spiegare che oggi è sì complicato governare, ma anche che occorre saper governare”.
Non una “maestra cattiva che dà i compiti a casa”, ma un’arena “con tanti vincoli ma anche tante opportunità” è l’Europa secondo il docente della Luiss. “Bisogna però avere l’intelligenza per poter individuare queste opportunità e mi pare che oggi il Pdl non abbia questa comprensione né le competenze per farlo”, aggiunge.
Quanto alla crisi economica che sta investendo il nostro Paese e i provvedimenti che si imporranno all’attenzione del nuovo esecutivo: “E’ importante – secondo Fabbrini – che anche in campagna elettorale i leader responsabili che oggi si collocano, mi pare, sul centro e sul centrosinistra, diano segnali di disponibilità, fiducia e lealtà reciproca. Il modo in cui si condurrà questa campagna elettorale – prosegue – determinerà come si formerà il governo, non solo chi formerà il nuovo governo”. L’Italia, conclude il direttore della Scuola di Governo, “deve dare un messaggio di stabilità e di tranquillità. Se non ci riusciamo, la speculazione finanziaria riprenderebbe di nuovo in modo impetuoso. E questa volta non credo che la Banca centrale europea sarebbe disposta ad aiutarci“.