2 aprile ore 10.00 – Quale Italia per l’Europa – tavola rotonda


La tavola rotonda sul ruolo dell’Italia in Europa con Enzo Cheli, Leonardo MorlinoAugusto BarberaUgo De Siervo e il MinistroMaria Elena Boschi, ha chiuso i lavori di Eunomia 2016.
 Sono tre i temi principali su cui l’agenda europea si sta concentrando: la lotta al terrorismo, la gestione del fenomeno migratorio e la politica economica. La risposta al terrorismo deve essere necessariamente europea”. Ha detto il ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi. “Rivendico con orgoglio la posizione del nostro Governo – ha aggiunto il ministro Boschi -. La questione della difesa e della sicurezza passa anche attraverso un progetto culturale ed educativo per l’Europa: affermare che ad ogni euro speso in sicurezza deve corrispondere un euro speso per la cultura, per l’educazione e per il recupero delle nostre periferie, non è uno slogan”.
 

Giuliano AmatoGiudice Corte Costituzionale: “Quanto più in Europa davanti ai drammi che dobbiamo affrontare, ieri soprattutto quelli economici oggi anche quelli che derivano dai flussi di immigrazione e dal fenomeno terrorista, quanto più questi fenomeni portano a rendere necessarie soluzioni europee non più nazionali o intergovernative, tanto più i Paesi hanno la comune responsabilità di trovare la strada delle forme e degli strumenti di integrazione per governare queste grandi difficoltà.  Gli Stati Uniti d’Europa non restano un sogno, lo restano nel senso che il livello di integrazione a cui possiamo e dobbiamo arrivare per talune di queste questioni, sarà condiviso non da tutti ma da alcuni di noi. L’idea di portare tutti, dal Regno Unito all’Ungheria allo stesso livello di integrazione, questo è un sogno. Dovremo affrontare qualcosa a cui i padri fondatori non avevano pensato, un’Europa a cerchi concentrici, un’Europa fatta di due “Europe” o forse più”.
 
 

Augusto BarberaProf. Diritto costituzionale Università Bologna: “L’Europa sta vivendo un momento di crisi. L’identità dell’Europa è stata messa in discussione perché quando si dice che le grandi banlieue parigine o di Bruxelles non sono riuscite ad integrare, a trasmettere i valori nuovi alle nuove generazioni che vengono da popolazione migranti, significa che i valori europei non sono riusciti ancora a farsi strada. A questo si aggiunga poi che le stesse carte dei diritti su cui abbiamo puntato tutti, le carte dei diritti europei, che hanno consentito alle corti di Lussemburgo e Strasburgo di tutelare una serie di diritti talvolta importanti, di fronte a popolazioni che sono nel fango dietro barriere di filo spinato, il problema di legittimazione esiste e si pone”.
 
 

Ugo De SiervoPresidente Emerito Corte Costituzionale: “L’Europa è purtroppo la grande assente, o meglio, è un grande soggetto che non riesce ad esprimere pienamente tutta la sua forza culturale, economica, sociale, che è tenuta ad esercitare in un mondo così dilacerato, così percorso da grandi pericoli, da grosse tensioni. Per far questo occorre riprendere energicamente l’antico percorso, che era quello di passare da un’Europa dell’economia, del sociale a una Europa politica. Quindi la prospettiva federale (certo, federale speciale: diversa da quella di tutti gli altri stati federali), occorre più Europa, più unità, più compattezza, più governo europeo, più indirizzo unitario. In questo l’Europa deve riprendere le sue tradizioni. L’Italia non solo è stata una dei paesi fondatori ma ha avuto delle leadership politiche che, penso ad esempio a De Gasperi, che sosteneva che aumentando le funzioni oltre un certo livello era indispensabile andare verso il modello federale”