Barca, Nardella e Serracchiani a confronto sull'Europa: “Così com'è non è sostenibile”

“L’Europa? Così com’è, lo sappiamo tutti, non è sostenibile. Le elezioni europee di maggio saranno l’occasione per capire se si libra verso l’alto o va verso il basso”. Lo afferma l’ex ministro alla Coesione territoriale Fabrizio Barca intervenendo a margine della lezione “Europa, regioni, fondi strutturali e sviluppo” che si è svolta a Villa Morghen a Settignano nell’ambito del corso di alta formazione politico – istituzionale Eunomia Master.

Fabrizio Barca e Dario Nardella
Fabrizio Barca e Dario Nardella

Accanto a Barca, il presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e, in veste di coordinatore, Dario Nardella, direttore dell’Associazione Eunomia. La necessità di una Europa più vicina alle istanze dei cittadini, la revisione del patto di stabilità sono solo alcuni dei punti toccati durante la lezione e nell’incontro a margine con i giornalisti.
“L’Europa – afferma Barca – ha realizzato una circolazione piena dei capitali, del lavoro e delle merci e questa è una occasione straordinaria, ma non ha realizzato quell’avanzamento della integrazione politica che consente di recuperare a livello europeo poteri come il cambio, il bilancio, il ruolo del tesoro, i tassi di interesse, che i Paesi hanno perso. Così com’è dunque l’Europa non è sostenibile”. Per Barca uno dei punti su cui lavorare è il patto di stabilità. “L’intera Europa – afferma l’ex ministro – vede un crollo drammatico degli investimenti pubblici dal 2008, è come se l’intero continente non fosse manutenuto. Non c’è manutenzione delle strade, dei porti, delle terre. Non è un caso che il grande sindacato tedesco abbia posto il problema della manutenzione del territorio e del patrimonio. In Italia lo ha posto la Cgil e lo ha posto il presidente del Consiglio”.
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Dario Nardella e Debora Serracchiani
Dario Nardella e Debora Serracchiani

“Recuperare il vuoto di fiducia” che c’è da parte dei cittadini verso le istituzioni europee è invece una delle priorità secondo Nardella. “Una della soluzioni – afferma il vicesindaco di Firenze, direttore dell’Associazione Eunomia – è puntare sull’integrazione tra l’Europa e le realtà locali, usare bene i fondi strutturali, utilizzare bene il rapporto con le istituzioni europee per far crescere le nostre infrastrutture, mettere in campo politiche di sviluppo del territorio”. “Se l’Europa è vicina alle nostre città e alle nostre regioni – aggiunge Nardella – sarà sicuramente un’Europa più amata dai cittadini. Se invece l’Europa si confina nella sua ‘dimensione’ tecnocratica a Bruxelles e impone ai Paesi linee dettate da ragioni soltanto tecniche di finanza senza tener conto del valore del territorio e del principio di rappresentanza democratica, allora perdiamo un’occasione. Ma io sono ottimista”.
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Di revisione del patto di stabilità parla Serracchiani: “L’importanza del made in Italy, la revisione del patto di stabilità, gli investimenti in piani straordinari come ad esempio quello dell’edilizia scolastica: sono tutti temi che devono essere sicuramente messi al centro dell’agenda europea”, afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia. “Ne aggiungo uno non meno importante, lo faccio da una regione di confine: l’Europa deve prendere una posizione a mio avviso chiara invitando i Paesi europei a non utilizzare i fondi strutturali per portare via aziende da un posto all’altro. Questo è importante e che lo dica l’Italia è ancora di più”.
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